COLON IRRITABILE (SINDROME del COLON IRRITABILE o COLITE)

Con il termine Colite si indica spesso una situazione di fastidio e dolore della parte “bassa” della pancia, che può dipendere da svariate patologie. Si tratta invece della Sindrome del colon irritabile (SII).

Colon irritabile. Sindrome del Colon irritabile. Con questi termini si indica una patologia funzionale gastroenterologica determinata da uno o più sintomi, cronici o ricorrenti, non spiegati da malattie organiche documentate, come il cancro del colon, la colite ulcerosa, il morbo di Crohn, la diverticolite o malattia diverticolare.

La sindrome del colon irritabile interessa il piccolo e grosso intestino ed il pavimento pelvico, cioè la parte bassa della pancia.

Gli spasmi nel colon irritabile 

 

Sintomi del colon irritabile (colite) sono:

  • Dolore o fastidio addominale, attenuato dalla defecazione e/o associato a variazione di frequenza dell’alvo e/o variazione di consistenza delle feci
  • Alterata frequenza dell’alvo (scariche più di 3/die o meno di 3/settimana)
  • Alterata forma delle feci (duro-granuloso o molli-acquose)
  • Espulsione delle feci alterata (difficoltosa, incompleta, impellente)
  • Passaggio di muco
  • Gonfiore e/o distensione addominale

Sintomi intestinali associati:

  • Alitosi soggettiva, bruciore in bocca
  • Sapore sgradevole di amaro e di sangue
  • Difficoltà a deglutire
  • Nausea, non vomito
  • Sazietà precoce, gonfiore (distensione epigastrica)
  • Sintomi dispeptici (mal di stomaco, gonfiore)
  • Borborigmi
  • Dolori all’ano ed al perineo

 

Il dolore è una costante 

 

Sintomi associati non intestinali

Sintomi Urinari:

  • Urgenza ad urinare
  • Dolore al pube (tenesmo)
  • Necessità di urinare la notte (nicturia)
  • Svuotamento incompleto o difficoltoso della vescica

Sintomi Ginecologici:

  • Mestruazioni dolorose
  • Rapporti sessuali dolorosi (dispareunia)

Disturbi generali:

  • Cefalea
  • Dolori muscolari e tendinei (sindrome fibromialgica)
  • Stanchezza cronica con sonnolenza
  • Nodo alla gola
  • Neurodermatite
  • Vertigini, nausea (segni di disautonomia)
  • Sintomi di ansia, depressione, ipocondria

Le Condizioni che simulano la sindrome del colon irritabile:

  • Errate abitudini di vita
  • Intolleranza alle fibre
  • Intolleranza agli zuccheri (lattosio, fruttosio, sorbitolo)
  • Effetti collaterali da farmaci (psicofarmaci, lassativi, anti-ipertensivi, anti-Parkinson, diuretici)
  • Stipsi a lento transito
  • Ostruzione funzionale alla defecazione (prolasso, rettocele, anismo, perineo discendente)
  • Malassorbimento dei sali biliari
  • Malattie organiche dell’apparato gastroenterico (tumori, malattia diverticolare, morbo celiaco, morbo di Crohn, colite ulcerosa, parassitosi, calcolosi biliare, sindrome post-colecistectomia)
  • Altre malattie organiche non gastrointestinali (endocrine, neurologiche, del connettivo)
  • Malattie psichiatriche

Il “secondo” cervello 

 

Per la diagnosi del Colon irritabile si necessita di:

  1. Visita del paziente da un Gastroenterologo
  2. Esami del sangue
  3. Ulteriori indagini, valutate caso per caso dallo specialista Gastroenterologo (Rx studio radiologico del digerente, clisma opaco a doppio contrasto, manometria anorettale, ecografia dell’addome)
  4. La scelta di ulteriori indagini dipende dai sintomi, ma bisogna effettuare sempre un’indagine per immagini: la colonscopia è preferibile perché fa vedere direttamente la mucosa e permette prelievi bioptici per l’esame istologico

La dieta può avere un ruolo rilevante; povera o ricca in latte e fibre, a seconda del sintomo prevalente: stipsi o diarrea.

Dieta per la sindrome del colon irritabile

Consigli alimentari per il gonfiore interstinale

Dieta per intestino irritabile povera di FODMAP

Trattamento farmacologico deve essere transitorio. Necessario il follow-up per verifica della diagnosi e per variare terapia.

Le intolleranze alimentare, studiate con il Cytotoxic test su sangue intero, metodica non validata scientificamente, possono giocare un ruolo nella sindrome. L’esclusione dei nutrienti, risultati “tossici” al test, può dare risultati positivi. Tali risultati vanno poi verificati nel tempo sotto il controllo di uno specialista Gastroenterologo

Più attendibile, anche se la verifica scientifica con studi prospettici controllati non è mai avvenuta, è il test delle intolleranze alimentari, basato sul dosaggio anticorpale delle IgG verso determinati nutrienti. Si utilizza un kit standard, e gli alimenti che risulterebbero tossici per il nostro organismo vanno esclusi dalla dieta per 6-8 mesi, provando poi a reintrodurli gradualmente e singolarmente.


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